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LE ISOLE PERDUTE DELL'UMBRIA





L'ISOLA CHE NON C'E' - L'Umbria ha sette isole. Senza contare quelle del Lago Trasimeno. Ed una di esse si trova addirittura fuori dai confini geografici della nostra regione. Sembra un controsenso, ma una spiegazione – anzi, una storia – c'è. E, come tutte le storie che sanno un po' di favola e leggenda, è bello farla iniziare così:
C'era una volta, tanto tempo fa, un piccolo villaggio fra le montagne, poco a Nord-Est di Città di Castello. Si chiamava Monte Ruperto. I suoi abitanti vivevano di quello che offriva la natura, ma sentivano la loro quiete minacciata dalle lotte che imperversavano fra le vicine province, nell'eterna rivalità che contrapponeva guelfi e ghibellini. Chiesero protezione al municipio di Apecchio, ma non ottennero aiuto. Allora si rivolsero alla potente Città di Castello, e giurando fedeltà ai tifernati, divennero una baronia del loro territorio. Ma tenersi fuori da guerre e ostilità, a quei tempi non era cosa facile. Città di Castello coinvolse la Baronia di Monte Ruperto nei suoi conflitti con Massa Trabaria, l'antica provincia pontificia corrispondente all'attuale comune marchigiano di Sant'Angelo in Vado. E poi nei contrasti con l'influente famiglia ghibellina degli Ubaldini, discendente da quel cardinale Ottaviano che Dante relegò all'inferno fra gli eretici, insieme a Federico II e a Farinata degli Uberti. Fino agli inizi del XV secolo comunque, tutti i territori a Nord di Città di Castello restarono sotto il controllo dei tifernati. Monte Ruperto quindi, non era ancora un'isola di territorio umbro nelle Marche: rappresentava solo l'ultima propaggine settentrionale del dominio tifernate in terra guelfa. Ma presto sarebbe rimasta isolata. Nel 1412, gli Ubaldini dovettero sottomettersi al dilagante potere della dinastia dei Montefeltro, signori di Urbino, cui la Chiesa avrebbe poco dopo concesso il Ducato, e fu così che Città di Castello perdette il dominio dei suoi territori più settentrionali. Solo Monte Ruperto gli rimase fedele, e pagò a caro prezzo questa dimostrazione di lealtà, rimanendo completamente isolato in territorio nemico.
Da allora in poi, le tracce della storia di Monte Ruperto si fanno sempre più deboli. Pare quasi che il borgo medioevale sia stato inghiottito nella nebbia che spesso ammanta gli Appennini, e riaffiori solo per breve tempo ogni molti anni, citato al margine di qualche vecchia pagina nei polverosi registri di archivio di Perugia o Città di Castello. Come Brigadoon - nell'omonimo film musical di Vincente Minnelli - il fantastico villaggio che appariva tra le nebbie delle highlands scozzesi una sola volta ogni 100 anni, Monte Ruperto sembra un luogo magico, e chissà che non valga anche in questo caso l'incantesimo su cui si dipanava l'intreccio del film. Là, nessuno degli abitanti poteva lasciare il villaggio, altrimenti esso sarebbe scomparso per sempre. Qui, l'ultimo censimento rileva un luogo disabitato. E se provate a guardare le immagini da satellite, non vedrete altro che boschi. Ma l'antico borgo medioevale ha voluto comunque lasciare una nobile traccia di sé, pregiando ancor oggi Città di Castello, nella persona del suo primo cittadino, dell'aristocratico titolo di Barone di Monte Ruperto.

LE ALTRE 6 ISOLE - Monte Ruperto è l'unica isola amministrativa regionale dell'Umbria. E' un'area di 2,7 chilometri quadrati di estensione, al di fuori dei confini geografici della nostra regione, e completamente compresa in territorio marchigiano. E' situata a circa 30 chilometri a Nord-Est di città di Castello, nel versante adriatico dell'Appennino, ed è circondata dai comuni di Apecchio e Sant'Angelo in Vado, entrambi in provincia di Pesaro e Urbino. La sua storia è un esempio di come i confini nati in circostanze particolari possano perdurare anche al cessare dell'originario contesto storico. L'Umbria è una regione priva di limiti naturali ben definiti, e rappresenta un mosaico di territori con differenti caratteri storici, culturali e fisici. La sua geografia amministrativa è di conseguenza storicamente piuttosto instabile, come dimostrano le ripetute variazioni dei confini esterni, e le modifiche nelle ripartizioni interne. In passato, il termine Umbria ha designato un territorio dai contorni ben differenti da quelli attuali. Ad esempio, il territorio eugubino è appartenuto per lungo tempo alla provincia pontificia di Pesaro e Urbino, mentre quello orvietano faceva parte della provincia del Patrimonio, e solo nel 1831 fu costituito in delegazione a sé stante. La Sabina poi, ora parte del Lazio, è stata territorio umbro fino al 1923. Dal 1861 ad oggi, la nostra regione ha registrato inoltre una cinquantina variazioni nei confini interni, fra le quali vari passaggi di frazioni da una provincia o da un comune all'altro. In questo contesto si inquadrano le 6 isole amministrative interne all'Umbria: 5 di tipo comunale ed una provinciale. In questi casi, le aree in questione sono chiamate isole in quanto interamente circondate da territori appartenenti ad altri comuni o province.

A livello di popolazione residente, soltanto Monte Ruperto e Caio (isola comunale appartenente ad Attigliano, ma compresa dentro il Comune di Giove) risultano disabitate. I dati dell'ultimo censimento assommavano gli abitanti delle isole amministrative umbre a 705 abitanti, pari a circa lo 0,09% dell'intera popolazione regionale. Caio, con i suoi 0,6 chilometri quadrati, ha anche il primato di essere la più piccola isola amministrativa dell'Umbria, mentre Poggio (facente parte del Comune di Otricoli, ma compresa in quello di Narni) è la più grande, con 15,1 chilometri quadrati di superficie. Lo scarso peso demografico di questi territori va inquadrato alla luce dei forti fenomeni emigratori che li hanno interessati nella seconda metà del secolo scorso. Fino al 1951, i residenti delle isole amministrative umbre erano infatti più di 1600.
Daniela Querci (da: il Corriere dell'Umbria - 02/03/2009)

3 commenti:

  1. Grazie mille per la storia su Monte Ruperto :) Stavo girando in Google Maps e ho visto questo "buco" nelle Marche, disabitato, e mi sono chiesto come mai fosse lì...

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  2. Interessante, sarebbe bello sapere chi sono ora i proprietari delle terre di Monte Ruperto

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  3. 01- Marzo -2015 MONTE RUPERTO SUL CANDIGLIANO

    UMBRIA SENZA CONFINI - LA TERRA COME UN DONO, CHE CI INVITA TUTTI

    Monte Ruperto sul Candigliano ( Frazione di Città di Castello) ha da svelare la sua eredità speciale alla nostra umanità , nonostante il suo abbandono da tanto tempo. Il significato della terra regalata e talmente forte da farci intraprendere la strada del nostro cammino per un futuro più dignitoso. Oggi si chiede con tutto il rispetto per la nostra vita in comune, la proclamazione della " Terra degli incontri e del ringraziamento " chiamandosi - AUTONOMIA DI MONTE RUPERTO SUL CANDIGLIANO - con l'autorità territoriale speciale per l'autogestione e la condivisione della vita sociale.

    Grazie per questo intervento storico sull'umbria. La storia ci fa vivere anche oggi. Silvia e Mathias

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